Enuresi (pipì) ed encopresi (feci) sono disturbi dell’evacuazione. Si parla di disturbi dell’evacuazione, quando il bambino non ha un controllo sfinterico adeguato all’età. La pratica clinica ci dice che soprattutto le forme secondarie (quando il disturbo si manifesta dopo il raggiungimento del controllo sfinterico), sia per l’enuresi che per l’encopresi, sono frequentemente da ricondurre ad ansia o tensioni emotive dovute ad eventi stressanti che sopraggiungono nella vita del bambino, per esempio la nascita di un fratellino o il trasferimento in un’altra città. In molti casi, situazioni del genere evolvono positivamente. Tuttavia è necessario tenere presente che se i disturbi persistono nel tempo possono caricare il bambino di altra ansia oltre a quella che è all’origine del problema. Basti pensare alle privazioni cui il bambino deve sottostare a causa dell’incontinenza, per esempio non andrà a dormire a casa dell’amico pur desiderandolo tanto, allo stesso modo, eviterà molte situazioni sociali per paura di non controllare il problema, vivrà in un costante stato di allarme al pensiero che gli altri “se ne potrebbero accorgere”, proverà vergogna, rabbia, tristezza, senso di inadeguatezza, tenderà a chiudersi e ad isolarsi e la sua autostima sarà messa a dura prova. In questi casi occorre intervenire rapidamente.
Quando un bambino manifesta questo disturbo occorre per prima cosa, rivolgersi al proprio pediatra e richiedere un accertamento medico approfondito. Esami clinici mirati potranno verificare se siano presenti patologie che giustifichino il problema. In assenza di patologie mediche, è bene rivolgersi ad uno psicologo dell’età evolutiva, che attraverso la valutazione psicodiagnostica e l’analisi funzionale, potrà pianificare un trattamento mirato.